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Dermatite da pannolino: 4 cose da sapere


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Dermatite da pannolino: 4 cose da sapere


La dermatite da pannolino (o eritema) è caratterizzata da un’infiammazione e irritazione della pelle nella regione coperta dal pannolino (sederino e area genitale). Quali sono le cause, come si cura, come si previene?

1. Che cos’è la dermatite (o eritema) da pannolino

La dermatite (o eritema) da pannolino è un’infiammazione della pelle del bambino che interessa la regione coperta appunto dal pannolino, cioè il sederino e la zona genitale. Si tratta di una condizione classica, che quasi tutti i bambini sperimentano almeno una volta nei primi due anni di vita e soprattutto tra i 9 e i 12 mesi, quando stanno molto a lungo seduti.

 
Nella forma più comune, dovuta a irritazione (dermatite irritativa), si manifesta con un arrossamento della pelle, che in alcuni casi appare anche leggermente gonfia e calda al tatto. L’eritema può essere limitato (appena qualche chiazza in uno o più punti) oppure esteso, interessando in questo caso anche tutti i glutei.


2. Da che cosa dipende la dermatite da pannolino?

La dermatite da pannolino può essere provocata da vari fattori, anche sovrapposti tra loro. Ecco quali sono le cause principali di questa condizione: 
Sfregamento ripetuto con il pannolino. Unito all’ambiente umido (per il sudore o per il ristagno di urina, inevitabile anche con i pannolini più assorbenti), questo può portare a macerazione della pelle; 
Irritazione dovuta al contatto con urina e feci. Per questo la dermatite può comparire durante episodi di diarrea ed è più frequente nei bambini che sono soggetti a diarrea;
Allergia da contatto: in questo caso l’irritazione può dipendere da una reazione a detergenti, profumi, creme, materiali del pannolino o, in caso di pannolini lavabili, detersivi utilizzati per lavarli. Si differenzia dalla classica dermatite irritativa perché si individua un legame diretto causa-effetto con il contatto di qualche sostanza in particolare e c’è positività alle prove allergiche; 
Infezioni. L’ambiente del pannolino è caldo e umido (specie tra le pieghe della pelle): perfetto dunque per la crescita di microrganismi come batteri, funghi e lieviti. Ne è un esempio l’infezione da Candida (candidiasi), che si manifesta con il coinvolgimento della regione perianale e inguinale e la presenza di piccole pustoline attorno alle chiazze di eritema. 
Variazioni nell’alimentazione. L’introduzione di nuovi cibi (per esempio durante lo svezzamento) può portare ad alterazioni nella consistenza e nella composizione delle feci, che possono risultare più irritanti per il bambino. 
Seborrea: è una forma di dermatite che può interessare anche altre aree del corpo (è il caso della crosta lattea e si manifesta con piccole squame untuose di colore giallastro.

3. Come si cura la dermatite da pannolino?

Anche la “semplice” dermatite irritativa, che è spesso transitoria, non deve essere trascurata perché è alto il rischio che la zona venga colonizzata da batteri e funghi.
 
La prima cosa da fare, quando si notano arrossamenti nell’area genitale del bambino, è cercare di mantenere l’area la più asciutta e pulita possibile. Per questo, occorre cambiare il pannolino di frequente, lavando il bambino a ogni cambio con acqua e, solo all’occorrenza, con un detergente neutro e non aggressivo. Dopo il lavaggio, il sederino va tamponato con un asciugamano morbido, non sfregato.
 
Può essere utile applicare un sottile velo di una crema protettiva, per esempio all’ossido di zinco, che forma una barriera contro l’umidità che si può creare nel pannolino. Ma attenzione a non abusare di questi prodotti (né in quantità né nel tempo di utilizzo), perché a lungo andare potrebbero essere controproducenti e favorire la macerazione della pelle.
 
Se si usano pannolini usa e getta, si può provare a cambiare marca (alcuni bambini hanno una pelle molto sensibile, che reagisce a questi cambiamenti): in ogni caso, sempre meglio tenere il pannolino un po’ largo o usarne uno di una taglia leggermente più grande, per permettere una maggiore circolazione d’aria. Se si usano i pannolini lavabili, provare a cambiare detergente.
 
Quando possibile, per esempio in estate, vale la pena lasciare il bambino il più possibile senza pannolino (e senza creme protettive), organizzandosi in modo che gli inevitabili “incidenti di percorso” non siano un problema. Se l’irritazione è molto fastidiosa per il piccolo, si può valutare di lasciarlo senza pannolino anche per la notte, magari inserendo un telo plastico protettivo sotto al lenzuolo per proteggere il materasso.
 
Se arrossamento e irritazione non migliorano nel giro di due-tre giorni occorre consultare il pediatra: potrebbero essere in corso infezioni e il medico indicherà i trattamenti migliori, come per esempio l’uso di creme antimicotiche.
 
Da evitare, invece, il fai da te e in particolare l’utilizzo di creme a base di corticosteroidi, perché possono dare effetti collaterali e perché se è vero che in un primo momento inducono un miglioramento dei sintomi, appena se ne sospende l’uso la dermatite tende a recidivare.


4. Come prevenire la dermatite (o eritema) da pannolino

  • Sederino asciutto e pulito. La miglior difesa contro l’eritema da pannolino è rappresentata da un sederino asciutto e pulito. Per questo la prima regola di prevenzione è molto semplice: cambiare spesso il pannolino, e il prima possibile non appena è sporco.
  • Lavare bene il bambino a ogni cambio, solo con acqua o, se occorre, un detergente neutro. Meglio evitare le salviettine, soprattuto se profumate o con alcol.
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Asciugare bene il bebè dopo il lavaggio, tamponando con un asciugamano morbido ed evitando sfregamenti.
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Non stringere troppo i pannolini, per favorire la circolazione dell’aria.
  • Se si usano pannolini lavabili, preferire detersivi neutri, senza profumi, ed evitare l’uso di ammorbidenti.
  • Prestare attenzione all’alimentazione del bambino, cercando di identificare alimenti che potrebbero provocargli diarrea per evitarli se è già in corso un’irritazione. Se il piccolo deve prendere un antibiotico, chiedete al medico di prescrivere anche un probiotico, per ridurre il rischio di diarrea.

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